mercoledì 17 febbraio 2010

la visita di dolore (scherzo)

INT. NOTTE. Suona un campanello:

“DIN DON”

LUIGI
“Buona sera, lei è..?”

DOLORE
“Dolore. Mi chiamo Dolore e sono spietato! Posso?”

LUIGI
“S’accomodi. E che desidera da me di grazia?”

Dolore entra con un coltellazzo in mano.

DOLORE
“No, guardi, di Grazia io non voglio niente. La lascerei stare dov’è Grazia, fossi in lei. Piuttosto spero che Delusione abbia fatto quello che doveva, altrimenti torno più tardi.

LUIGI
“Uhm, non saprei dirle, sa finchè c’è vita c’è speranza…”

DOLORE
“Senta io non vorrei, ma devo essere insistente, è una questione di Etica. Speranza qui non c’è da tirare in ballo, semmai Illusione, ma da questa la porto via io… no dico: sono Dolore!

LUIGI
“Beh, vabbè! Leviamoci il pensiero.

DOLORE
“Ma dico… ma son questi i modi? Che è Follia che si prende gioco di me? Io arrivo e Pensiero me lo porto con me! E’ il mio aiutante.

LUIGI
“Pazienza!”

DOLORE
“Oh, qui finisce male se lei continua a voler chiamare questa e mandare via quell’altro.

LUIGI
“No, no. Non perdiamo tempo.

DOLORE
“Ma chi se lo è mai coperto Tempo. Capirai, io? Io che sono la puntualità in persona.

LUIGI
“Ma lei non era Dolore?”

DOLORE
“Oh bella, ci mettiamo anche a fare Ironia?”

LUIGI
“Si e dalle! Facciamo un festino a sto punto. Fra quelli che invita lei e quelli che chiamo io ci sarà Divertimento.”

DOLORE
“Questo non doveva mai dirlo! Non si offendono così i sentimenti di una persona! Io sono venuto con tutte le mie migliori intenzioni e lei mi nomina quell’indemoniato. Chiedo giustizia…”

LUIGI
“Mi dispiace deluderla, ma quella la chiedono tutti e non arriva mai!”

DOLORE – in lacrime –
“Basta! Soffri! Tiè!

Lo accoltella.

FINE

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